L'anno scorso vi parlavo entusiasticamente di
Jessica Jones e - come vi dicevo allora - se non avessi per Fidanzato un marvelliano convinto di ultima generazione, difficilmente sarei mai capitata nel
tunnel che dal fido Netflix trasporta nel mondo dei supereroi di città: il Matthew Murdock di
Daredevil, Luke Cage, Jessica Jones ed i tantissimi altri personaggi che, volenti o nolenti, sono coinvolti nei loro destini.
Se i film della Marvel hanno su di me un ascendente pressoché nullo (mi dispiace dirlo, ma è così),
queste serie tv prodotte da Netflix sanno invece coinvolgermi ed appassionarmi come non mi sarei mai aspettata. Tra la fine di agosto e l'inizio di settembre, complici vari fattori, ci siamo fatti una bella maratona da pantofolai agguerriti, recuperando tutti i titoli Marvel che nel frattempo erano usciti.
Luke Cage è miracolosamente sopravvissuto ad esperimenti potenzialmente mortali, che invece gli hanno lasciato una pelle impenetrabile e una forza sovrumana. Luke, mantenendo un profilo il più basso possibile, si mimetizza tra la popolazione della
black Harlem, dove - ignorando le proprie potenzialità - vorrebbe solo essere lasciato in pace e fare le pulizie nel negozio di
Pop, leggendario barbiere del quartiere. E' a gente come Pop che Harlem appartiene, gente onesta che forse in passato ha sbagliato, ma ha imparato la lezione e cerca d'insegnarla anche ai giovani che rischiano di commettere gli stessi identici errori:
Pop è il porto sicuro di intere generazioni, ma persino le pietre miliari come lui vengono messe in pericolo dalle macchinazioni e dagli intrighi dei potenti, l'altro lato della forza di Harlem, rappresentato da una catena di cattivi che col passare delle puntate sale di livello, così lo spettatore capisce che il primo male incontrato era niente di più che "la punta dell'ice-berg". Si comincia con l'affrontare
Cornell "Cottonmouth" Stokes e la cugina
Black Mariah, i quali condividono un'infanzia ed un'adolescenza piena di sofferenza irrisolta e le redini del potere sul quartiere, con Stokes che dal priveé del suo raffinato locale dirige gli affari e Mariah, col suo sorriso intrigante degno della miglior politica, seduce la gente a suon di discorsi populisti e demagogici. Persino loro, però, che sembrano intoccabili ed infallibili, vengono ad un certo punto tenuti sotto scacco dal misterioso
Diamondback, che si esprime attraverso un suo sottoposto,
Shades, che nonostante si presti ad eseguire gli ordini, non cela una propria dose di ambizione personale...
Le cose interessanti che troviamo in Luke Cage sono davvero moltissime, provo a riassumerle:
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la riflessione sul potere. Una fetta importante della serie, infatti, secondo me è dedicata a questa questione, declinata nei suoi molteplici aspetti. Il potere politico, il potere ottenuto con la forza, potere come supremazia, potere sfruttato per vantaggio personale... I "cattivi" di questa serie sono quanto mai ben caratterizzati e complessi,
umani fino al midollo. Gli intrighi politici di Stokes e Mariah sono un vero e proprio sottilissimo gioco, che tiene incollati allo schermo per scoprirne gli imprevedibili esiti. E si passa dal
loro uso del potere, nel quale raramente ci si sporca le mani in prima persona, a quello di pezzi più grossi che, di piani a tavolino, proprio non sanno che farsene.
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La questione etica e morale sul senso di giustizia, o meglio da chi sia più giusto che la giustizia venga amministrata. Un po' come accadeva in
Daredevil, Luke inizialmente rifiuta il suo ruolo di supereroe: vuole condurre una vita normale - per quanto ciò gli sia possibile, dopo quanto gli è successo - ma alla fine si convince (anche grazie ai discorsi di persone come Pop) che è egoistico da parte sua non fare nulla per combattere l'ingiustizia quando ha tutte le capacità per farlo; sul piano opposto si trovano persone come
Misty Knight, poliziotta di sani principi in un ambiente corrotto anche nei colleghi più insospettabili, che continua a ritenere
sbagliato che dei vigilanti come Cage o Daredevil agiscano liberamente su cose che spetterebbero a lei ed a tutte le altre persone debitamente istruite per combattere il crimine. Ma quando l'aiuto dei
vigilantes è innegabilmente arrivato più in fretta laddove la polizia nulla ha potuto, è davvero da biasimare la loro presenza?
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Le figure femminili di questa serie. Il mio orgoglio femminista ha gongolato come non mai davanti a personaggi femminili di questo calibro, innanzi tutto proprio
Misty Knight, una donna che non solo eccelle nel proprio lavoro dimostrando un fiuto ed un'intelligenza fuori del comune, ma è provvista anche di una dose di coraggio non indifferente, che le permettono di non scappare neanche dalle situazioni più infauste. Non vedo davvero l'ora di rincontrarla nella seconda stagione perché so che assumerà connotati ancor più interessanti. E poi c'è lei,
Claire Temple,
l'infermiera che non sarà mai più solo un'infermiera. Gli
aficionados l'hanno già incontrata in
Daredevil e
Jessica Jones ma secondo me è solo qui che si scopre meglio tutto il suo potenziale. Come Misty, anche Claire è dotata di una quintalata di coraggio e prontezza di spirito, Claire è l'amica saggia a cui puoi sempre fidarti nel chiedere aiuto, anche nelle situazioni più inspiegabili.
Date le sue precedenti esperienze, infatti, Claire ha imparato a non fare (e farsi) domande, ma a fare del suo meglio quale che sia la circostanza. Claire è in teoria la persona più comune tra tutte quelle che incontriamo in queste serie, e forse proprio per questo appare in certi momenti come la più
straordinaria. Dettaglio a mio avviso non meno importante,
Claire è simpaticissima e stempera spesso la tensione con una battuta ironica di cui tutti sentivamo il bisogno: grazie, Claire!
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Misty Knight |
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Claire Temple |
- Infine, anche la storia personale di Luke, della quale tramite
flashbacks si ricostruiscono i momenti salienti, è molto appassionante e sofferta e lo rende un eroe umanissimo col quale si entra in empatia sempre di più man mano che lo si conosce.
Insomma, questi sono i punti che ho trovato più interessanti in
Luke Cage che si classifica al secondo posto (dopo
Jessica Jones) tra le serie Marvel che per il momento ho preferito.
Si prosegue poi con
Iron Fist, e lasciate che ve lo dica subito:
per me è no, ma a caratteri cubitali proprio! Le premesse erano interessanti: il rampollo dei fondatori di un'azienda miliardaria torna dopo quindici anni, quindici anni durante i quali era stato creduto defunto assieme ai genitori in un tragico incidente aereo. La morte dei coniugi Rand è purtroppo reale, ma
Danny Rand era stato invece trovato dai monaci di una città leggendaria,
K'un-Lun, dove era stato cresciuto tra le più ferree regole ed ardue sfide imparando tutti i segreti dell'arte del kung-fu, e si era infine rivelato essere il potente
Iron Fist, ovvero il protettore delle porte della città.
Ma Danny Rand alias Iron Fist è un emerito cretino, perciò abbandona la città di K'un-Lun - ed il compito praticamente sacro che aveva - per fare ritorno a Manhattan e riscattare il suo ruolo all'interno dell'azienda paterna. Danny perciò, totalmente ignaro dei costumi sociali dell'Occidente e della modernità, si aggira come un figuro a metà strada tra un barbone, un hippie ed un hipster un po' estremo, fin quando non irrompe negli edifici della
Rand spaventando a morte i fratelli
Ward e Joy Meachum, suoi amici d'infanzia e figli del migliore amico e socio di suo padre, che dalla morte del loro padre sono di fatto i vertici dell'azienda. Danny e Ward non avevano avuto ottimi rapporti da bambini, mentre una tenera e mai dimenticata amicizia aveva legato Danny e Joy: perciò punta tutto su di lei per dimostrare di essere davvero Danny Rand e non un pazzo qualunque che vuole appropriarsi di quell'identità per diventare mostruosamente ricco e potente, e grazie ad un gioco d'infanzia che soltanto loro due potevano conoscere Danny riesce a farsi accettare dai Meachum. A questo punto siamo soltanto all'inizio della serie:
lo scopo di Danny infatti è principalmente quello di scoprire cosa si nasconde dietro l'incidente aereo e la perdita degli amati genitori che lo hanno traumatizzato ed in secondo luogo combattere la potentissima organizzazione criminale conosciuta semplicemente come
La Mano (che poi, lui doveva proteggere
K'un-Lun esattamente da loro, ma va bene), che lo spettatore ha ampiamente conosciuto in
Daredevil. Non avendo un posto dove stare o un amico al mondo, quando Danny si imbatte nella maestra di kung-fu
Colleen Wing lui pensa bene di accollarsi a lei, di darle il tormento fin quando la poveretta inizia a dargli - purtroppo - retta e... oh mio Dio,
questi due sono la coppia di ottusi più ottusi del mondo. Vi giuro, non ce la potevo fare, sono tra i personaggi più esasperanti che mi sia mai capitato d'incontrare. Ciecamente
convinti delle proprie idee anche se non sanno
nulla dei reali pericoli che intendono affrontare, fanno una scelta stupida dopo l'altro mettendo in pericolo non solo se stessi ma tutto ciò che li circonda. Entrambi traumatizzati, lagnosi, infantili, petulanti: ciò di cui avrebbero bisogno sarebbe un ottimo percorso terapeutico, non andare in giro a menar calci come trottole impazzite in cerca di vendetta (contro le cosa sbagliate, per altro).
E chi ci salva da tanto disagio, secondo voi? Sì, proprio lei, ancora lei, la santa Claire!
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I bambini necessitano sempre della supervisione di un adulto |
La quale per vie traverse si trova coinvolta anche nelle avventure di questi due bambini ed è stata lei a rendermi sopportabile questa visione, perché proprio nei momenti più esasperanti dava voce ai miei pensieri, facendo presente quante assurdità riuscissero a dire e pensare tutte insieme.
Altra - ed unica - nota positiva di questa serie è la sottotrama legata e condotta da
Ward Meachum, personaggio rivelazione per me della serie: se all'inizio sembra soltanto un altro personaggio noioso e patetico, un uomo adulto incastrato in una vita che non ha scelto, con un complesso paterno grande quanto i grattacieli della Rand, vive poi un'escalation di
drama veramente interessante, grazie anche al grandissimo talento dell'attore che lo interpreta, Tom Pelphrey. Ecco, ho seguito con molta più curiosità e coinvolgimento l'evoluzione di Ward Meachum rispetto alle gitarelle di Danny Rand
alias Iron Fist con la sua amichetta. Ah sì, ci sarebbe anche una storia d'amore tra i due ma, va beh.
Infine, li vediamo tutti riuniti in quella che è stata attesa dai fan come una vera
serie-evento:
The Defenders, che vede le strade di Matthew Murdock, Luke Cage, Danny Rand e Jessica Jones incrociarsi e scontrarsi; se infatti conoscete un po' i caratteri di questi protagonisti, è facile immaginare quanto una collaborazione tra loro possa diventare complicata - tra Jessica che non è mai propensa ad allacciare relazioni di qualunque tipo con altri esseri umani, Matthew - da bravo cattolico - in perenne tribolazione interiore, Luke che non è esattamente la pazienza fatta persona (
"I like to get things done!") e Danny Rand che... va beh.
In Defenders si riprendono le fila di quanto in ogni serie era stato lasciato in sospeso, riunendosi tutte in uno scopo comune, ovvero la lotta contro La Mano e la loro potentissima arma umana: Elektra, l'amore mai dimenticato di Daredevil.
The Defenders ha meno puntate delle altre serie (soltanto 8, contro le canoniche 13), un ritmo più serrato e veloce: non c'è qui alcun bisogno di presentazioni, conosciamo già tutti i personaggi e le loro storie, perciò si va dritti al sodo senza esitazioni. E' stata una gioia per me ritrovare
Krysten Ritter nei panni di Jessica, che pur cercando di farsi i fatti suoi e di starne fuori non riesce alla fine a non lasciarsi prendere dal caso molto strano di un uomo scomparso nel nulla, che aveva le mani in pasta nel progetto per la costruzione di un edificio che sembra collegato a molti altri dettagli sospetti.
Ritroviamo in Defenders anche tutti i personaggi secondari: dalla detective Misty Knight che, suo malgrado, ha imparato a fidarsi di Luke, l'immancabile Claire, che alla fin fine è quella che ne ha viste più di tutti, i colleghi ed amici di Matthew - l'adorabile Foggy e la dannatissima Karen [apro parentesi: io le ho dato il beneficio del dubbio, giuro, per ben due stagioni di
Daredevil, ma a dispetto della mia buona predisposizione si è dimostrata essere esattamente ciò che temevo dalla prima volta che compare:
la biondina bellina e carina che si mette in mezzo anche a cose che non le competono, che svolge il suo lavoro con tanta passione, passione cuore sole amore che inevitabilmente prevalgono sulla ragione, col risultato che questioni di una certa importanza finiscono male, molto male (di solito ci scappa il morto, ecco); avete presente Isobel Stevens di
Grey's Anatomy? Lei è l'emblema assoluto di questa categoria di personaggio da me tanto odiato, e Karen è in tutto e per tutto una Isobel Stevens. Chiusa parentesi].
Sottolineo che mentre tutti gli altri si fanno il mazzo per raggiungere l'obiettivo comune, Danny & Colleen (a noi meglio noti come gli ottusi) sono quasi in ogni scena in cui compaiono a bordo dell'aereo privato di Danny che si lagnano dei loro rispettivi traumi e continuano a parlare sempre delle stesse cose, che in teoria ormai dovevano aver capito in modo forte e chiaro, invece no. Tra i momenti più belli della serie c'è senz'altro il primo incontro tra Danny e Luke, che io aspettavo tantissimo e che mi ha dato la giusta soddisfazione: tutte le potentissime mosse dell'Iron Fist possono ben poco contro il nostro Luke.
Credo di non avere altro da dire riguardo a
Defenders, se non ché per vederla è necessario guardarsi prima tutte le altre serie precedenti, altrimenti se ne capirebbe ben poco. E' stata forse un po' al di sotto delle mie aspettative, ma al tempo stesso molto interessante. Il finale lascia sorpresi e con un bel po' di domande, per le quali dovremo attendere prima di avere le dovute risposte.
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Il tipico atteggiamento del leggendario Iron Fist |
La cosa che comunque manda in visibilio qualunque cuore di nerd nel seguire tutte queste serie è cogliere tutti i collegamenti - talvolta veramente sottili - tra l'una e l'altra, come la voce dell'amica di Jessica Jones che conduce un programma radiofonico in una puntata di Luke Cage, o Claire che prende un biglietto per strada per delle lezioni di kung-fu, che poi si vede esser stato affisso in giro da Colleen. Piccole cose che tanto emozionano gli appassionati come noi (soprattutto quando cogli tutti i riferimenti, a beneficio se non altro della tua autostima).
Bene, con le serie Marvel direi di aver finito, anche se da pochi giorni è uscita la prima serie interamente dedicata a Punisher, personaggio molto complesso e controverso che avevamo conosciuto nella seconda stagione di Daredevil - ma ne parleremo in apposito spazio a tempo debito.
Ora sono curiosa di sapere se anche voi seguite qualcuna di tutte queste serie, o se il fatto che una persona distante come me da questo genere sia scivolata ormai in fondo a questo tunnel sia sufficiente per convincervi a dare un'occhiata a queste perle dell'intrattenimento.