venerdì 29 dicembre 2017

"E' buffo come ogni anno brindiamo al passato, guardando al futuro!"

Ci siamo, è quel momento dell'anno, il momento in cui l'anno finisce e tutti noi - quelli che credono nel potere rigenerante dei nuovi inizi così come quelli che, sfiancati dalle aspettative deluse, si ripetono che dei nuovi numeri sul calendario non faranno alcuna differenza - cadiamo inevitabilmente in tunnel di riflessioni. Ci guardiamo indietro e pensiamo ai trecentosessantacinque giorni andati, soppesiamo i pregi ed i difetti di questa nuova fetta di vita da prendere, spolverare e riporre nella scatola dei ricordi; facciamo bilanci, decidendo se possiamo permetterci di sentirci soddisfatti di noi stessi o ancora una volta delusi da personali insuccessi e mancanze. Poi guardiamo avanti, ai trecentosessantacinque giorni a venire, nuovi di zecca, pagine bianche tutte da scrivere per le quali è difficile - anche per i più disincantati, i più cinici e disillusi - non nutrire aspettative, speranze, o come nel mio caso un fievole senso di positività che mi brilla dentro come il fievole lume di una candela: basta poco per spegnerla però, anche tremula com'è, è lì che rompe il buio e promette un po' di calore.

Credo che il mio Capodanno ci sia già stato ed è stato ieri. Il 28 Dicembre ricorre l'anniversario della mia unione con la persona che da sette anni a questa parte ho avuto al mio fianco. Sette anni cominciano ad essere tanti, il che mi porta a riflettere ben più di quanto potrà mai fare il volgere della mezzanotte del 31 Dicembre. La fine e l'inizio per me c'è stata ieri, quando dopo aver fatto l'amore sono scoppiata in un breve quanto intenso pianto sulla sua spalla: una riconciliazione, un'ammissione di stanchezza, uno sfogo, una resa, una dichiarazione d'amore, una promessa, un disfarsi e ricomporsi, un chiudere delle parentesi, un nuovo inizio senza dimenticare nulla. C'era tutto questo nelle poche lacrime che ho versato, probabilmente anche molto altro. Annetto tosto, eh... ha detto lui accarezzandomi i capelli. Però siamo qui, questo è l'importante.
Già, questo è l'importante. 

Da quel che sento per strada e che leggo su internet il 2017 non è stato un anno di grandi gioie per molti, ed io non faccio eccezione. Ho avuto un brutto incidente che mi ha lasciata a terra con una gamba rotta in più punti, il che mi ha costretta ad affrontare alcune delle mie più grandi fobie: ancora non mi sembra possibile di aver affrontato più analisi del sangue di quante ne avessi mai fatte nella vita, di esser stata quotidianamente attaccata a delle flebo, di esser stata stesa su un tavolo operatorio, di esser stata aperta e suturata come una bambola di pezza. Non sembra proprio possibile che io abbia vissuto ed affrontato tutto ciò, tra un attacco di panico e l'altro prima, durante e dopo. Eppure è successo, ne porto i segni in tre cicatrici e nei dolori e nelle difficoltà che ancora mi accompagnano. Non so tutt'ora dire se questa esperienza mi abbia resa più forte, perché penso che se mi ritrovassi in una situazione simile non avrei affatto meno paura di allora; se c'è qualcosa che questi lunghi e difficilissimi mesi mi hanno dato, beh, è proprio l'avermi stesa immobile, costringendomi a stare ferma e pensare. Senza le mie lunghe camminate con le mie bimbe pelose, le mie giornate frenetiche senza motivo, indaffarata in piccole cose senza senso tanto per illudermi di avere uno scopo... boom, in una frazione di secondo non ho più potuto nascondermi dietro niente e le riflessioni necessarie che ero solita soltanto sfiorare - o rimuginare in loop, facendole diventare stantie e senza mai trarne qualcosa di utile - mi si son parate davanti senza possibilità di fuga. Che cosa sto facendo della mia vita? Non ho un obiettivo, non ho un lavoro, ho ventisei anni, che devo farmene di me? Da dove inizio? Come sono arrivata qui e come ne esco? Ho sofferto molto e più di prima, sentendo di aver sprecato ogni opportunità che mi è stata data, sentendomi un peso per la mia famiglia ed una delusione per chiunque avesse creduto in me. Poi una sera è bastato parlare, con i miei genitori ed il mio fidanzato, e pian piano è nata un'idea che si è trasformata in un progetto serio. Nel 2018 io, il mio fidanzato e le nostre due figlie pelose cambieremo vita. Ci metteremo in una macchina che ancora non abbiamo, carica di valigie qualche scatolone e due pesantissimi sacchi di cibo per cani ed in qualche modo oltrepasseremo i confini di quest'Italia che tanto ci ha dato ma tanto ci ha tolto, e consumeremo chilometri su chilometri diretti all'estremo nord. Verso un appartamento che è denso di bei ricordi ed un catalogo di nuove possibilità inesplorate. Da allora ho passato innumerevoli momenti ad immaginare il nostro viaggio, che sarà sicuramente lungo e complicato, ma inevitabilmente denso di felicità. Solo noi quattro. Un posto nuovo. Nulla da perdere e tutto da costruire. Un po' fa paura ed a certe cose e persone che si lasciano è meglio non pensare. Ma è ora di crescere, e questo è senz'altro il miglior modo.

Ho una storia in un cassetto pronta per essere scritta. Il mio fidanzato accanto, ancora, nonostante tutti i litigi, le incomprensioni ed i momenti brutti; però è il miglior compagno in assoluto per guardare le serie tv, la sera a letto leggiamo insieme - io i miei libri lui i suoi fumetti - con un piede o una gamba intrecciati tanto per sentire l'uno il calore dell'altro, ascolta sempre i miei monologhi su ciò che mi appassiona ed in generale su ciò che ho in testa. Mi appoggia sempre, non mi fa mai pesare nulla, cerca di migliorarsi per me, mi prepara il caffè la mattina, mi fa ridere e mi dice sei bella anche con le occhiaie e il pigiamone. Quindi mi sa che anche se ha qualche difetto, me lo tengo stretto. Ho le mie figlie pelose sempre intorno, che ci rubano tanto tempo e tante energie ma ci rendono felici come non mai in ogni singolo momento, e spero proprio che la nuova vita in cui verranno con noi - seppure le priverà di qualche abitudine - darà loro tutto il buono ed il bello che meritano. Noi ce la metteremo tutta per farle adattare al meglio. Le amiamo più di quanto le parole possano esprimere, in quel modo che solo chi ha lasciato che un cane si prendesse la parte migliore di sé può capire, e se c'è qualcosa di cui non posso smettere di essere grata anche quando le cose vanno malissimo, è proprio l'avere loro, la mia Daphne e la mia Daisy. 
Ho la mia Amica, anche se lontana da qualche mese. Ma passeremo il Capodanno insieme, che non potrebbe quindi essere più bello di così. La distanza non scalfisce di una virgola la forza del nostro legame che è per la vita e soprattutto il saperla finalmente felice insieme alla persona giusta mi rende l'esistenza più leggera e sicura. E poi c'è un'altra amicizia, mai finita del tutto ma rinsaldatasi poco per volta soprattutto negli ultimi mesi. A volte basta avere il coraggio di parlare un po' più a fondo, di riconoscere i propri errori ed ogni volta che è possibile riderci su. Quando ci si ritrova continuamente, anche a distanza di anni e di periodi di silenzio, un motivo c'è. Le persone su cui si può contare nella vita e quelle con le quali si lega davvero secondo me son proprio poche e quelle poche che trovi bisogna avere il buonsenso di non lasciarle andare. 
Ho la mia famiglia, imperfetta come ogni altra famiglia, ma speciale perché è la mia. Ed anche se piena di contraddizioni, problemi, sottili equilibri che forse andrebbero sconvolti ma vengono cautamente preservati, in fondo mi piace e spero che nel nuovo anno nuovi nodi si sciolgano.

Avrei diverse cose da recensire, potrei fare le top ten come i blogger seri, ma la verità è che probabilmente questo è il mio ultimo post del 2017, trovo più giusto che quest'anno vada così, con un po' più di sentimento e rimandando l'impegno a tra qualche giorno.

Che crediate o no nel potere rigenerante del Capodanno, io vi auguro il meglio per 
un felice anno nuovo!

Julia


4 commenti:

  1. Ciao Julia! Seguo il tuo blog da tempo con interesse :) Andare all'estero puó essere davvero la svolta per alcune persone :) A volte a migliaia di km da dove siamo nati ci sentiamo come se fossimo altre perrsone, come se fossimo noi stessi, come se avessimo finalmente la possibilitá di esprimerci, di vivere come fanno tutti gli altri.

    Ti auguro tanta fortuna per questo 2018!

    In armonia,
    Lumina 🌠

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    1. Hai ragione, è proprio così, o almeno spero che lo sia. Se non altro sono convinta che allontanarsi dal "nido" e da tutto ciò che ci ha fatto sentire sin troppo protetti faccia crescere: non so quanto ci si possa evolvere se non ci si stacca mai da dove si è partiti.
      Ti ringrazio tanto per questo commento e per il fatto che segui il mio blog, spero di trovarti ancora tra i commenti nel corso di questo nuovo anno, e tanti auguri anche a te :)

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  2. Cara Julia, questo post è così denso di emozioni che mi sono commossa profondamente nel leggerti. C'è qualcosa di così autentico e vero nelle tue parole che, inevitabilmente, non si può non volerti ancora più bene, anche se non ci si è mai viste in faccia. Sono felice che, nonostante i terremoti che questo 2017 ha portato a tutti noi, tu abbia ancora delle solide rocce su cui contare, comprese le tue figlie pelose (capisco perfettamente il tipo di amore che provi per loro, lo provavo anche io per le mie sorelle pelose e anche adesso che non ci sono più, lo provo ancora con la stessa intensità). Spero che questo trasferimento sia l'inizio di qualcosa di rigenerante e che ti regali il tuo posto nel mondo, che, alla fine, è quello che vogliamo tutti, no? Nel frattempo, ti abbraccio forte e ti auguro un 2018 spettacolare.
    P.s. spero un giorno di riuscire a fare una bella chiacchierata con te, sento che ci potremmo piacere molto! ;) un bacio.

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    1. Cara Duille, grazie a te per queste parole così sentite, sono felice di aver trasmesso qualcosa. Non sempre riesco a lasciarmi andare del tutto quando scrivo, soprattutto qui sul blog dove sono pur sempre consapevole che quanto scrivo sarà di dominio pubblico. Capita che ci sia qualche remora ad aprirsi troppo in certi casi, penso che capisci ciò che intendo, ma in questo caso si trattava proprio di chiudere un cerchio per dare la possibilità ad uno nuovo di aprirsi.
      La mia voglia di guardare al futuro adesso è dovuta in gran parte a quelle rocce, perché ho i miei dubbi che da sola avrei preso le decisioni che ho preso e sarebbe stato un peccato, perché sembra proprio il momento giusto per compiere certi passi, che sembrano da giganti ma sono sicuramente più fattibili di quanto le paure vorrebbero farci credere. Non vedo l'ora di avere nuove esperienze da raccontare e condividere :)
      Al "ps" vengo a risponderti direttamente sul tuo blog u.u

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