giovedì 28 giugno 2018

Una serie tv ed un libro che non c'entrano niente l'uno con l'altra

Il titolo si spiega da solo, perciò direi di non indugiare oltre e di proseguire spediti come un treno diretto, senza soste, senza ritardi perché hanno rubato il rame dei binari, e senza deviazioni sulle tratte storiche (questa mi è successa l'ultima volta che ho preso un treno, giuro).

La serie tv in questione è più che famosa, quindi non vi sto proponendo niente di innovativo o che vi farà esclamare di sorpresa e stupore, ed è anche il motivo per cui potrò permettermi di essere breve (per i miei standard, s'intende). Giustamente, nella mia testa sento un coro di “ma allora a che cosa serve scrivere la tua opinione in merito??!”, beh a niente, assolutamente a niente, però è una serie che ho desiderato ferocemente vedere sin da quando è uscita ed ho aspettato così tanto perché volevo guardarla proprio al momento giusto, col massimo della concentrazione e con la testa libera da eventuali distrazioni, e quindi dopo tutto 'sto pathos – e considerato anche quanto m'è piaciuta – non posso proprio lasciarla scivolar via così, senza spenderci neanche due paroline, e quindi vi beccate questi giri di parole che non servono a nulla, perché sulle serie tv che finiscono col piacermi proprio tanto io non sono brava a scrivere recensioni intelligenti ed interessanti come fanno gli altri. Ma tant'è. Ciò che conta però è che ho già scritto un lunghissimo paragrafo senza dire nemmeno il titolo della serie, quindi la smetto e vengo al sodo: The Crown, prima stagione.


Le cose belle della prima stagione di The Crown (che, a scanso di equivoci, sono tante):

l'estetica. La cosa che mi ha conquistata sin dal primo fotogramma, e poi per tutti e dieci gli episodi, è il lato puramente estetico di questo telefilm. Non c'è niente che non sia bello, o estremamente elegante: dagli ambienti interni a quelli esterni, dalla perfetta dizione britannica alla moda degli anni Cinquanta. E' tutto così curato, sin nei minimi dettagli, che anche soltanto guardare questa serie (se fosse muta, ad esempio) sarebbe comunque un enorme gioia per gli occhi dello spettatore.
Claire Foy ed in generale la bravura degli attori, perché il cast è stellare, di un talento puro e totale. Il personaggio di Winston Churchill è monumentale, colossale, gigantesco, mastodontico, tanto nella fisicità quanto nel suo ruolo, veramente immenso, una colonna portante che quasi non accetti possa lasciare il proprio posto, come del resto anche lui stesso difficilmente riesce a fare. Ma dovrei nominarli proprio tutti, perché anche il marito della regina, il principe Filippo, è reso così bene dall'interpretazione di Matt Smith che faccio una grande fatica ad avere il minimo dubbio che il vero principe Filippo non sia davvero così, e mi piace molto l'ambiguità che è stata conferita a questo personaggio, di cui sono molto curiosa di seguire lo sviluppo; un cenno va fatto anche a Vanessa Kirby, che interpreta magistralmente la principessa Margaret, sorella minore e tormentata della regina Elisabetta. Il plauso più grande, però, va ovviamente a lei, Claire Foy, nei panni sontuosi, ingombranti e scomodi della Regina Elisabetta II. La sua bravura è sconcertante, non ruba mai la scena agli altri, ma il più delle volte le basta uno sguardo o una piega della bocca per esprimere tutto il sentimento richiesto dalla circostanza. Sicuramente c'è dietro un grandissimo lavoro di studio e di ricerca, ma lei è talmente naturale che sembra proprio nata per questo ruolo.
L'accuratezza storica, perché ovviamente non so se tutto ciò che viene raccontato in The Crown sia perfettamente coincidente con la realtà, ma per quanto ci è dato di verificare, i fatti combaciano e poi, il solo fatto che la serie sia stata prodotta, credo significhi che ci sia stato un preventivo permesso da parte dei Windsor, il che dovrebbe far pensare che non ci siano fandonie, all'interno del racconto. Quando mi trovo davanti una storia che prende a piene mani dalla materia storica mi piace che, anche se un po' romanzate, le cose che vengono raccontate rispecchino la verità, così da trarne informazione oltre che intrattenimento, perciò questo è un punto che apprezzo moltissimo.
I vari filoni narrativi, perché la regina Elisabetta II non è la sola ed unica protagonista, ma intorno a lei ci sono varie altre questioni che mi hanno toccata emotivamente in modo davvero forte, più di quanto mi aspettassi. A partire dalla vicenda della principessa Margaret, della quale ammetto vergognosamente di non aver saputo nulla prima di guardare The Crown; un altro dei miei filoni narrativi preferiti è senza ombra di dubbio quello dedicato allo zio della regina, Edoardo VIII, il re mai arrivato all'incoronazione, che dopo poco meno di un anno sul trono decise di abdicare per amore di Wallis Simpson, un'americana divorziata e già al suo secondo matrimonio, che fu prima amante di Edoardo VIII e poi la sua sposa, scatenando un grave scandalo che non venne mai perdonato. In The Crown vengono rappresentate le tensioni che ancora esistono a distanza di anni tra l'ex reggente e la sua famiglia d'origine, nonostante tra loro sia trascorso tanto tempo e la distanza di un oceano (Edoardo VIII, infatti, lasciò l'Inghilterra). E' affascinante pensare che, se non fosse stato per questo incontro fatale e per questo amore travolgente, Elisabetta II non sarebbe mai salita al trono, e la linea di successione sarebbe stata un'altra.

Se dovessi approfondire ulteriormente, finirei con l'analizzare singoli momenti che mi hanno particolarmente coinvolta ed emozionata, ma ciò costituirebbe uno spoiler, cosa che cerco sempre di non fare, perciò mi fermo qui lasciando a chi non si è ancora approcciato a The Crown tutto il piacere della scoperta.

Veniamo invece all'ultimo libro letto, che come preannunciato dal titolo non potrebbe essere più distante – per genere, atmosfere e tipologia narrativa – da The Crown; li ho accorpati in un unico post puramente per motivi logistici e di tempo. Ma introduciamo questa lettura per me insolita con una breve e simpatica scenetta.

Pomeriggio. Stanza di mia sorella minore. Dopo averle recato un messaggio della nostra genitrice, sto per lasciare i suoi appartamenti, quando i miei occhi abbassandosi sulla scrivania scorgono un oggetto interessante, alias, un libro. Una brutta malattia che mi ha colpito sin dalla tenera età mi costringe a prendere in mano e sbirciare qualunque mucchietto di carta stampata, anche quando si tratta della discutibile (ed ingiustificata) biografia di una youtuber dodicenne che ha fatto successo mostrando la sua collezione di calzini della collezione di Ariana Grande. Fatto sta, che fortunatamente quel pomeriggio il libro poggiato sulla scrivania della mia sorellina era ben altro, ovvero il primo volume della celeberrima saga del Trono di Spade, dell'egregio signor George R.R. Martin (ma fatemi capire, le R.R. le ha rubate a Tolkien? Uno scrittore fantasy – non che i due siano paragonabili, eh – se vuole avere successo deve avere per forza due R puntate nel nome?), più famoso per il terrore che alla sua ormai veneranda età lasci il mondo terreno da un giorno all'altro lasciando senza conclusione l'amata saga, che per la saga stessa. Si trattava di un titolo insolito, da scovare nei dintorni della mia sorellina, che infatti disse:

«Non mi piace. Se vuoi prenditelo.»
«Vabbè.»

E fu così che, curiosa e scettica in egual misura, quella sera attraversai un prologo del quale non capii nulla, per poi trovarmi senza essermene accorta a pagina 100. Maledizione. La trama non la racconto, perché non ne sarei in grado e poi molti di voi la conoscono già; ciò che posso dire, è che anche se Martin non è Tolkien né paragonabile a nessun grande autore/autrice, scrive in una maniera che sa essere al contempo molto asciutta e molto coinvolgente. Ho scoperto dentro questo libro una lettura di puro e piacevole intrattenimento, della quale senza saperlo avevo un gran bisogno. Se mi seguite da un po', avete ormai un'idea di che tipo di lettrice sono: leggo montagne di classici, e raramente faccio letture che si possano definire totalmente leggere, perché se un libro non è impegnativo dal punto di vista del contenuto, magari lo è stilisticamente o per altre caratteristiche; insomma, quasi mi rifiuto di sprecare tempo a leggere cose frivole, perché la maggior parte delle volte mi sembra uno spreco di tempo, oppure si rivelano libri talmente brutti che mi annoio e non riesco proprio a leggerli. Il trono di spade, con tutti i suoi difetti ed il suo essere letteratura “semplice”, è scritto bene, è pieno di personaggi interessanti ed è un fantasy che può benissimo piacere anche a chi non mastica il genere, perché in realtà quello di Martin è un mondo che richiama molto l'epoca medievale, dove ogni tanto si parla di draghi e altre creature fantastiche, ma questo è il massimo di fantasy che c'è dentro. Per il resto, la trama è fatta di intrighi e cospirazioni, e se ci si interessa alla trama il libro scorre che è una meraviglia. L'ho definito un libro da leggere mangiando patatine, perché dovete sapere che io non mangio mai mentre leggo – mangiare mi distrarrebbe, al massimo sorseggio una bevanda calda tra una pagina e l'altra – ma quando prendevo in mano Il trono di spade mi veniva proprio voglia di mangiare patatine, come le serate progettate per guardare un film in compagnia. Per concludere, visto che probabilmente proseguirò la lettura della saga (con molta calma, eh) e che nel corso dei vari libri cambierò idea cinquecentomila volte come tutti, penso possa essere divertente fare un piccolo elenco di cose a caso, tipo così:

Personaggi preferiti: Arya, Daenaerys, Eddard, Bran
Personaggi odiati: Cersei Lannister, Joffrey Lannister
Personaggi più ambigui: Tyrion Lannister, Ditocorto
Premio tragedia: Lady, e non aggiungo altro
Premio perle di saggezza: va assolutamente a Tyrion, che appena apre bocca o fa il buffone, o sputa verità esistenziali come niente fosse, le vie di mezzo non gli piacciono
Premio lacrimoni: se lo becca Jon Snow, che sbaraglia tutti quanti prendendosi a cuore Sam, l'ultimo arrivato nella confraternita e pure sfigatello sotto molti punti di vista

Bene, volevo essere breve ed ho qualche dubbio sulla riuscita di tale proposito, perciò taglio e sorvolo su lunghe conclusioni e vi auguro buone letture ed un ottimo proseguimento di giornata.
A presto!

8 commenti:

  1. Ciao! Oggi hai parlato di due "cult" ma devo ammettere che non li conosco! :-(

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    1. Beh, non li conoscevo direttamente nemmeno io fino ad ora! Ti consiglierei senza riserve di guardare The Crown, mentre per Il trono di spade non lo so, dipende un po' dai gusti e dal momento... sicuramente è una buona lettura da ombrellone!

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  2. Ciao Julia, che bello leggere i tuoi entusiasmi! The Crown ne esce talmente sfavillante che non ci si può esimere dal farci almeno un pensierino! ^_^ Con il trono di spade, ovviamente, si entra già più nelle mie terre (di mezzo?) perché la sto leggendo anche io e, leggendoti, mi sono ritrovata a pensare a me stessa quando avevo finito il primo volume. Come te, ero piuttosto felice del risultato dell'impresa di Martin (altro uomo dalle mille R), ma andando avanti con la lettura, l'entusiasmo è iniziato a scemare di fronte alle pieghe che ha preso la narrazione, non compensata da una scrittura particolarmente illuminata. Morale della favola? Concordo con te, si tratta sicuramente di una lettura da patatine fritte o, come lo chiamo io, lettura da esame, perché intrattiene quel tanto che basta e lo puoi leggere con un occhio aperto ed uno chiuso. Aspetto di sapere i prossimi sviluppi della tua nuova impresa titanica! Nel frattempo, ti lascio un mega iper bacio! ;)

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    1. Grazie per aver lasciato la tua opinione al riguardo, penso proprio che sarà interessante (e molto divertente) confrontarci man mano che proseguirò con la saga. Impresa che sono sicura andrà molto a rilento, perché le letture da fare si aggirano su cifre a tre zeri, e purtroppo Martin non è esattamente in cima alla lista delle priorità ^^" però ormai l'ho cominciata, quindi al prossimo bisogno di lettura da patatine fritte (o da esami) saprò a chi rivolgermi! Un mega bacione anche a te :)

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  3. Ciao! Volevo dirti che ti ho nominata per un TAG molto simpatico:

    https://lanostrapassionenonmuore.blogspot.com/2018/07/tag-conosciamoci-un-po-meglio.html

    Spero che parteciperai! :-)

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    1. Grazie mille Silvia! Appena posso risponderò di sicuro, un abbraccio :)

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  4. In efgetti, è stata proprio al regina a dare la sua approvazione alla serie tv, anche se non so se l'abbia vista dato che vengono messe in luce di lei alcune cose non proprio lusinghiere. Comunque anche a me è piaciuta molto e aspetto la terza serie.

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  5. La tua opinione è servita eccome! Io ho questa serie pronta per essere vista da troppo tempo e finalmente ora mi sono decisa! :D

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