Titolo originale: A Room of One's Own
Anno di pubblicazione: 1928
Autrice: Virginia Woolf
Traduzione: Maria Antonietta Saracino
Editore: Einaudi
Pagine: 233
Note: questa edizione Einaudi
presenta il testo inglese a fronte
Prezzo: non posso controllarlo,
è stato un regalo!
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Quando leggo qualcosa di Virginia Woolf, specialmente se si tratta di testi che riflettono in maniera diretta le sue idee e le sue riflessioni - come in questo caso, visto che A Room of One's Own è frutto di due conferenze che l'autrice tenne presso alcune Università femminili sul tema Le donne e il romanzo - ha su di me un effetto che fatico a spiegare con le parole. Il mio cervello entra in un fermento senza eguali, il mio corpo viene attraversato da un'energia che mi percorre dalla testa ai piedi nella ricerca quasi disperata di trovare una via di sfogo. Un'energia fisica che è in realtà un'energia tutta ed esclusivamente mentale, che mi farebbe correre alla scrivania per prendere un foglio ed una penna ed iniziare a lavorare a qualcosa di significativo, qualunque cosa, purché sia costruito d'intelletto e di parole. Virginia Woolf, come nessun altra autrice né autore - uomo donna vivo o morta - sa gettare in me minuscoli semi, che io sento il dovere e la responsabilità di far germogliare. E' un dono prezioso quello che ricevo da questa donna brillante ed arguta come poche, ed il minimo che potrei fare per ricambiarla è prendermi cura di quei vivaci quanto delicati semini. Curarli giorno dopo giorno, facendo del mio meglio per farli crescere sani e rigogliosi. Tutto molto bello, direte voi; ma poi, lo faccio davvero?
La triste risposta, al momento, purtroppo è no. Ed è no perché è facile dimenticarsi di quei semini, che per un po' saltellano e scoppiettano, ma poi - privi di nutrimento ed energie - si afflosciano in silenzio. Tanti sono i doveri quotidiani che si presumono importanti. Sedersi alla scrivania e scrivere, per chissà quale scopo, sembra un inutile perdita di tempo.
Se vuole scrivere romanzi una donna deve avere del denaro e una stanza tutta per sé.Questo è l'assunto fondamentale dal quale parte l'autrice per sviluppare la sua riflessione su Le donne e il romanzo. A primo impatto, può sembrare un'affermazione vagamente frivola, un po' superficiale; ma se proseguite la lettura ed arrivate sino in fondo, capirete quanta libertà e quante possibilità offra l'essere in possesso di questi due elementi.
La Woolf, inevitabilmente, sviluppa il discorso intrecciandolo alla contrapposizione dei sessi, uomo/donna, da un punto di vista storico, economico, mentale, letterario: la sua posizione non appare come quella di un'intrepida femminista, che rivendica la parità dei sessi o afferma la superiorità della propria categoria. La sua analisi su una questione ancor oggi tanto delicata, è quella lucida, oggettiva, intelligente che può esser sviluppata soltanto dalla mente di un'acuta osservatrice come lei. Vi riporto un esempio, tra i miei preferiti di tutto il libro:
Ma è ovvio che i valori delle donne molto spesso differiscono da quelli che sono stati inventati dall'altro sesso; è naturale che sia così. Eppure sono i valori maschili a prevalere. Parlando grossolanamente, il calcio e lo sport sono "importanti"; il culto della moda, acquistare vestiti sono "frivolezze". E questi valori, inevitabilmente, trasmigrano nella narrativa. Ecco un libro importante, pensa il critico, perché parla di guerra. Quest'altro invece è un libro insignificante perché ha a che fare con i sentimenti delle donne in un salotto.Un altro tra i tanti elementi che mi fanno apprezzare immensamente questo testo, è l'approfondita analisi che Virginia Woolf fa, in diversi momenti talvolta anche separati, delle Grandi Narratrici, ovvero Jane Austen, Charlotte ed Emily Brontë e George Eliot. In particolare, seguendo le sue argomentazioni, ho compreso un motivo in più per il quale amo così profondamente l'opera omnia della Austen, e mi ha permesso di definire come mai sono rimasta così tiepida nei confronti di Charlotte e della sua Jane Eyre (unica sua opera che ho letto, al momento). Ma di questo non proverò affatto a darvi delucidazioni, solamente Virginia Woolf poteva spiegarlo in maniera così chiara ed esaustiva, perciò se siete curiosi non mi resta che consigliarvi la lettura di Una stanza tutta per sé.
Non credo di esagerare, se affermo che a lettura conclusa A Room of One's Own si sia imposto subito come uno dei miei libri preferiti, scalando a grandi passi la vetta della classifica dei libri per me fondamentali. Perché Virginia Woolf mi ha parlato in maniera schietta - potevo sentire le intonazioni che prendeva la sua voce, potevo vederla gesticolare - ha toccato tasti deboli, mi ha lasciato una guida ricca di preziosissimi consigli e questo libro è per me un monito ed un piccolo sostegno. Penserò senz'altro a lei, quando avrò del denaro ed una stanza tutta per me.
Più che una recensione, direi quasi una dichiarazione d'amore, mi piace! :)
RispondiEliminaVirginia Woolf è ancora una terra sconosciuta per me, ma rimedierò.
Quanto a Jane Eyre, le prime 100 pagine e qualcosa mi son volate sotto gli occhi, poi è arrivato Mr. Sbadiglio Rochester, sono svenuto dalla noia e l'ho mollato :/
Ahaha anche io non ho mai sopportato Mr. Rochester, dall'inizio alla fine! Ed in questo saggio della Woolf ne ho compreso meglio il motivo :) su di lei non posso darti grandi consigli, perché per ora ho letto un solo romanzo (Le onde), saggi e diari. Ma fai benissimo a rimediare, perché è una donna, una intellettuale ed una scrittrice straordinaria come poche.
EliminaGrazie per il commento!
Ciao Julie, come sempre sei una gioia per gli occhi! Sono d'accordo con la persona che ha commentato prima: la tua è una dichiarazione d'amore. E se posso, una BELLISSIMA dichiarazione d'amore! Ma d'altronde, come potrebbe essere altrimenti? I presupposti sono ottimi: tu scrivi divinamente e una Stanza tutta per sé è davvero un saggio ben scritto, oggettivo e lucido, che non vuole fare delle facili contrapposizioni ma che analizza senza troppe censure quelli che sono i presupposti per cui le donne hanno sempre fatto tanta fatica ad imporsi nel panorama culturale e politico di tutte le epoche. Ironia della sorte, io ho letto questo volumetto pochi mesi prima di te (coincidenze? io non credo) e ne sono rimasta altrettanto colpita. Inoltre, lo stile della Woolf è particolarissimo e mi sono ritrovata a leggere tutto il volume a voce alta, seguendo le curve del suo pensiero, e ne sono uscita carica come una bomba. Davvero, ero pronta a fare letteralmente qualsiasi cosa, purché portasse l'etichetta "let's change the world"! Entusiasmi a parte, in effetti è un libro da consigliare a tutti, perché dice delle grandi verità e in modo così evidente da far quasi male. Solo su una cosa non sono d'accordo: a me Jane Eyre è piaciuta molto e lo rivendico con orgoglio. Anche se Mrs. Woolf non approvava! ;) Un bacione amica!
RispondiEliminaOrmai nulla che riguarda me e te può più considerarsi un caso XD non so perché ma mi rende felice sapere che anche tu hai letto di recente questo libro, e che ti abbia trasmesso gli stessi valori ed entusiasmi. Dev'essere stato emozionante leggerlo ad alta voce, sarebbe stato bello ascoltarti! In effetti è uno di quei libri che ben si presta ad un'esperienza di lettura condivisa, e se la condivisione fosse stata tra me e te probabilmente ad ogni frase sarebbe partito un dibattito di giusto un paio di ore...
EliminaPer quanto riguarda Jane Eyre non ho nulla contro di lei, il libro l'ho letto tutto e l'ho anche apprezzato, ma non tanto quanto la grande maggioranza delle lettrici. La prima parte mi ha appassionata senza riserve, ma non ho provato grandi simpatie per i personaggi. C'era un certo lato oscuro, che aleggiava su tutta l'opera, di cui mi sfuggiva il perché; non so se la tesi della Woolf sia corretta, ma mi ha molto affascinata e la trovo plausibile. Ciò non toglie che voglio leggere altro di Charlotte, in libreria ho già Shirley che mi aspetta! :)