sabato 3 marzo 2018

Cosa ho letto dall'inizio dell'anno fino ad ora


Ebbene sì, miei cari lettori, quella che state per beccarvi è una carrellata di tutte le letture che ho affrontato dall'inizio del 2018 sino ad oggi (ecco il prezzo da pagare per i miei lunghi silenzi: altrettanto lunghe carrellate di commenti ed opinioni su libri più o meno belli!). Per rassicurarvi, posso dirvi che non ho intenzione di fare un post chilometrico, sarò rapida e concisa anche perché - per il momento - non ho ancora letto poi così tanti libri ed alcuni di essi son letture davvero brevi, di quelle che un lettore veloce consuma in una sola seduta. Senza ulteriori indugi, cominciamo!


Titolo: Il giardino di Elizabeth
Autore: Elizabeth von Arnim
Traduzione: Sabina Terziani
Editore: Fazi
Pagine: 180
Prezzo: 16,50 euro
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Il mio anno di lettrice è cominciato alla grande, con la scoperta di questa autrice, Elizabeth von Arnim, che mi incuriosiva molto ormai da qualche anno. La sua opera è in gran parte pubblicata da Bollati Boringhieri, tuttavia mi sono convinta ad acquistare un suo libro solamente con le ristampe della Fazi Editore. Il giardino di Elizabeth è in effetti il primo libro pubblicato dall'autrice, quello con cui Elizabeth è diventata una scrittrice, o per meglio dire una scrittrice pubblicata perché - com'è evidente - lei una scrittrice lo era già. In queste pagine è infatti racchiuso un suo diario, un diario che la von Arnim ha tenuto mentre si occupava di ridare vita al giardino di una proprietà semi-dimenticata del marito, colui che nel suo diario lei chiama l'Uomo della collera, soprannome da cui è facile intuire quale simpatia lei nutrisse verso il consorte. Elizabeth trova in questa vecchia e sontuosa villa isolata un suo personale eremo in cui costruire una felicità frugale, campestre ed incomprensibile ai più. Qui lei si dedica al giardinaggio con la passione e la curiosità dell'autodidatta, legge indisturbata una quantità di libri, si bea della compagnia delle sue tre bambine - la bimba di Aprile, la bimba di Maggio e la bimba di Giugno - e talvolta di qualche ospite, più o meno desiderata. 
Non ci sono accadimenti avvincenti in queste pagine, nessuna storia che s'imprime nella mente del lettore; eppure penso che nessuna donna potrebbe restare indifferente all'ironia, squisitamente femminile, di cui la scrittura della von Arnim è pregna. Io, poi, ho capito di aver trovato in lei un'anima affine - come lei stessa direbbe - esattamente a pagina 35:


La frenesia di stare sempre in compagnia e la paura di rimanere soli sia pure per poche ore, non la capisco proprio. Io riesco a intrattenermi benissimo con me stessa per settimane di fila senza quasi accorgermi di essere sola se non per il senso di pace che mi pervade. (...) Per essere felice, chi viene a trovarmi deve possedere una ricchezza interiore; se è una creatura vacua, dalla testa e dal cuore vuoti, troverà tutto alquanto noioso.

Titolo: Allontanarsi (Saga dei Cazalet, quarto volume)
Autrice: Elizabeth Jane Howard
Traduzione: Manuela Francescon
Editore: Fazi
Pagine: 670
Prezzo: 20 euro
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Volendo andare sul sicuro e mantenere un livello di gradimento super alto, e soprattutto non riuscendo a vincere la nostalgia verso una delle famiglie ormai più amate in letteratura, sono tornata subito ad Elizabeth Jane Howard ed ai suoi Cazalet. Avendo dedicato un post ad ogni libro della saga, sapete bene ormai quanto io mi sia appassionata alle vicende di questa famiglia medio-borghese e, più in generale, allo stile di scrittura di questa fantastica autrice. In Allontanarsi nulla di tutto ciò vien meno, anzi, e come ogni altro libro della saga ha saputo distinguersi per sue caratteristiche particolari. Ad esempio ho trovato che in Allontanarsi il senso di staticità, quell'impressione di "ehi, non sta succedendo niente!" è ancora più accentuata, eppure di cose ne accadono in continuazione, e cose piuttosto importanti anche. Ho avuto l'impressione che in questo volume la Howard abbia spesso fatto il gioco di trasmettere le più sconvolgenti novità riguardo un personaggio da altre voci, di non farci quasi mai essere presenti mentre i fatti avvenivano: ci lascia in sospeso e solo in un secondo momento e solo tramite altri veniamo a sapere cos'è accaduto al nostro personaggio preferito. Capite cosa intendo? Può sembrare un metodo un po' macchinoso, invece le pagine scorrono come sempre fluide e leggere, difficile - impossibile - abbandonare un capitolo a metà, anche quando si rivela lunghissimo. Zoe resta il mio personaggio preferito su tutti, seguita a ruota da Polly e Clary. Tanto affetto in questo volume va anche a Cristopher - ho adorato le parti a lui dedicate - ed a Rachel, che finalmente ha saputo guardare oltre il suo naso, ascoltare ed ascoltarsi ed accettare la possibilità di essere felice. Grandissimo batticuore per il finale - non particolarmente inaspettato, per quanto mi riguarda, ma comunque apprezzatissimo.



Titolo: Amanti e regine - Il potere delle donne
Autrice: Benedetta Craveri
Editore: Adelphi
Pagine: 375
Prezzo: 14 euro
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A febbraio, complici gli sconti del 25% con cui la casa editrice Adelphi ha cercato di renderci tutti più poveri, mi sono regalata un saggio storico di cui avevo spesso sentito parlare, ovvero Amanti e regine di Benedetta Craveri. Negli ultimi tempi ho spesso avuto voglia di addentrarmi in una lettura a sfondo storico ed in questa ricerca avevo fatto qualche buco nell'acqua. Con il testo della Craveri, invece, ho finalmente trovato esattamente ciò che cercavo e, sebbene ci abbia messo del tempo per leggerlo, mi ha dato piena soddisfazione.
In questo saggio la Craveri ci porta alla corte di Francia, dal Cinquecento alla fine del Settecento, a seguire da vicino i passi e le evoluzioni delle donne che - arrivate come future regine o pian piano fattesi spazio come amanti - hanno gravitato attorno o vicino ai vari sovrani di Francia, spesso divenendo di fatto loro le vere regnanti nonostante il poco o nullo credito riservato alle donne. Da Caterina de' Medici a Diane de Poitiers, da Maria Teresa d'Austria e Madame de Pompadour, passando per Madame de Maintenon - che forse ha ispirato la favola di Cenerentola - fino ad arrivare all'ultima, splendida regina di Francia: Maria Antonietta. Sono tante le donne di cui la Craveri ci svela forze e debolezze, vizi, progetti, destini, ambizioni e sentimenti e ci lascia vedere attraverso i loro occhi anche i sovrani di Francia, sui quali splende ovviamente incontrastato Luigi XIV, il Re Sole - anche se devo ammettere di esser rimasta altrettanto affascinata dalle oscure ombre del suo successore, il bisnipote Luigi XVI. La ricostruzione storica dell'autrice è minuziosa e mai noiosa, ad ogni donna è dedicato un capitolo e la disposizione in ordine cronologico e narrativo fa di questa lettura quasi un romanzo. Si legge che è un vero piacere, e la cosa più bella è che nel mentre si impara - o si rinfresca la memoria, per chi avesse già una buona conoscenza della vita di corte francese - moltissime cose nuove. Stra-consigliato!



Titolo: Una rosa per Emily
Autore: William Faulkner
Traduzione: David Mezzacapa, Luciana Pansini Verga
Editore: Adelphi
Pagine: 99
Prezzo: 10 euro
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Un altro Adelphi, ma stavolta lo possedevo già ed anzi lo avevo persino già letto, nel marzo del 2015 c'è annotato a matita sulla prima pagina. Vi capita mai di leggere qualcosa talmente in fretta, o in un momento talmente sbagliato, che quel povero libro è quasi come non l'aveste mai letto? Beh, a me sì purtroppo, raramente ma capita ed ho notato che capita con libri particolarmente brevi. E' probabile che io mi lasci talvolta ingannare dalla brevità, quasi che la brevità fosse un permesso ad andar di fretta, un esonero dal soffermarsi a comprendere e riflettere. Ma non è affatto così, un libro minuscolo può contenere universi - o per lo meno significati universali, e lo so bene, ed è per questo che se commetto un tale errore presto o tardi ci torno, a quel piccolo libro incompreso cui non ho dato abbastanza tempo per parlarmi. E' il caso di Una rosa per Emily, il mio primo e ad oggi unico approccio al rinomatissimo autore americano William Faulkner. Una rosa per Emily contiene tre brevi racconti, che in comune hanno l'ambientazione - un paesino della provincia americana - ed il narratore esterno, una voce che spesso si esprime in prima persona plurale - noi - proprio per sottolineare la coesione degli abitanti del paese nel raccontare le sventure di quelli che evidentemente sono outsider della comunità. Il primo racconto è Miss Zilphia Gant, che racconta l'amore morboso di una madre verso sua figlia, la quale verrà infettata dalla morbosità materna e che la riverserà a modo suo nella sua vita adulta; segue il racconto che dà il titolo alla raccolta, Una rosa per Emily, dove Emily è un'irriducibile vecchina della quale nessuno può varcare le soglie della sua casa e dei suoi segreti sino al giorno della sua morte; infine abbiamo Adolescenza, dove protagonista è una ragazzina difficile, cresciuta in una famiglia disfunzionale verso la quale prova insopprimibili moti di rabbia, che agli albori dell'adolescenza viene spedita dalla nonna paterna. Presso la sua fattoria, tra lavori pesanti ed il tempo libero trascorso come una selvaggia in mezzo alla natura, Juliet - questo il nome della piccola ribelle - sembra trovare un suo equilibrio, fin quando non farà amicizia con un coetaneo e con lui passerà intere stagioni di inconsapevole felicità, fino al giorno in cui, sopra di loro, comparirà il volto incartapecorito dell'anziana nonna.
Ho apprezzato molto questa raccolta, mi sono piaciuti tutti e tre i racconti allo stesso modo, nonostante siano tutti e tre estremamente inquietanti, densi di un senso di desolazione e di ineluttabilità che non lasciano speranze - il tutto, però, trasmesso da una scrittura alta, altissima che mi lascia solo immaginare che cosa potrei trovare nelle opere più lunghe di Faulkner. Ho quasi paura.


Titolo: Daisy Miller
Autore: Henry James
Traduzione: Barbara Antonucci
Editore: BUR
Pagine: 125
Prezzo: 6,80 euro
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Ultimo libro di cui vi parlo in questa carrellata è il celebre Daisy Miller dell'autore americano naturalizzato inglese Henry James. Anche in questo caso è il mio primo approccio all'autore ed è un libro che aspettava da anni il suo turno di esser letto. Le mie aspettative erano cresciute non poco dopo il capitolo che Azar Nafisi aveva dedicato a questo testo all'interno del suo meraviglioso Leggere Lolita a Teheran, ma devo dire subito che le mie aspettative son state deluse. Ciò non significa che Daisy Miller non mi sia piaciuto: è una lettura piacevole, frizzante, leggerissima che si affronta in breve tempo e con molta tranquillità. Il personaggio che ci narra la storia è il giovane Mr. Winterbourne, americano da anni residente a Ginevra, in visita in una località balneare svizzera per andare a trovare una zia; qui fa casualmente la conoscenza di Daisy Miller, del suo scalmanato fratellino Randolph e della fin troppo cheta e passiva madre dei due. Anche i Miller sono americani, impegnati in un viaggio europeo necessario per la formazione dei due giovani. Daisy fa subito colpo su Mr. Winterbourne, prima di tutto per la sua bellezza e poi per il suo modo particolare e bizzarro di comportarsi ed esprimersi. La storia continuerà poi tra le bellezze, i salotti ed i ruderi di Roma, che sarà anche teatro delle incertezze di Winterbourne: Daisy non si comporta in quel modo esclusivamente con lui, ma anche con un gentiluomo - o presunto tale - italiano dal quale sembra ormai inseparabile. Le voci su Daisy Miller corrono implacabili già da tempo, al punto che qualche gentildonna già le volta le spalle ed evita di rivolgerle la parola. Mr Winterbourne si aggrapperà a qualunque cosa pur di continuare a credere nell'innocenza della fanciulla, ma fino all'ultimo sembra difficile discernere la verità. Chi è davvero Daisy Miller, com'è la sua personalità? E' davvero una civettuola di bassa lega, oppure la malizia è tutta negli occhi di chi guarda?
Sono questi sostanzialmente gli interrogativi posti da Henry James nel suo breve romanzo, e credo che il motivo principale per il quale esco da questa esperienza un po' insoddisfatta sia che ho avuto l'impressione che non ci venisse data una vera risposta, o forse ci è stata data ma a me non è bastata. Non sono stata capace di guardare oltre ciò che la parabola di Daisy Miller ci racconta, col risultato che per me è stato un libro piacevole da leggere, ma che non mi ha lasciato nulla di particolarmente significativo da custodire a lungo termine. 

Bene lettori e lettrici,
sono giunta finalmente al termine di questa veloce carrellata di mini-recensioni. Fatemi sapere nei commenti se avete letto qualcuno dei titoli di cui ho parlato e che cosa ne pensate voi, o se qualcuno di questi è nelle vostre wishlist.
Vi mando un abbraccio e vi auguro buone letture!


10 commenti:

  1. Mi sa che lo spam ha colpito anche te.
    Bentornata! Bella anche la nuova grafica del blog, più essenziale.
    Molto interessanti queste letture. Io ho ancora la saga dei Cazalet che langue sullo scaffale, ho letto solo il primo dei volumi.
    Dovrò decidermi, prima o poi.
    Ti avevo conferito un premio nuovamente, il Chaplin Award. :)

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    1. Sì, lo spam mi ha colpita: che tristezza, uno pensa di aver ricevuto dei bei commenti e invece... fortuna c'era il tuo, un raggio di sole in mezzo a ben quattro commenti inutili!
      Sono felice che la nuova grafica ti piaccia e ti invidio moltissimo per avere ancora davanti a te quasi tutta la saga Cazalet. Io sto rimandando la lettura dell'ultimo perché non posso pensare di restare senza.
      E mi ero accorta del premio... ero già passata a ringraziarti sotto il tuo post, e ti ringrazio nuovamente anche qui :) non me lo aspettavo proprio ed è stata una bellissima sorpresa!

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  2. Ciao Julia quante belle letture! La von Arnim è un autrice che voglio conoscere e poi la saga dei Cazalet meravigliosa! Buone letture!

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    1. Se ti piace E.J. Howard penso proprio che anche la von Arnim farà al caso tuo! Grazie e buone letture anche a te :)

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  3. Ciao Julia, bentornata mia cara fanciulla. Ci sei mancata? Eccome! Ma attenderti vale sempre la pena, perché ci regali poi ottimi spunti di riflessione, librari e non. Ovviamente non ho letto nessuno dei testi che hai divorato in questi mesi, cosa che conferma la mia profonda ed insondabile ignoranza, ma a mio favore posso dire di essermi già segnata qualche titolo, tra cui il saggio della Craveri di cui mi avevi già parlato. In fondo, resto sempre una fogliolina curiosa! ;) E che dire del tuo nuovo titolo? Mi sono entusiasmata come se mi avessero regalato un baule pieno di cioccolatini, come farebbe ogni brava Gilmore Girl che si rispetti! Insomma, il mio amore per te sale a livelli interplanetari! ^_^ Un bacione fanciulla!

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    1. Ahahaha, grazie mia cara Duille, con le tue reazioni entusiastiche mi regali sempre immense soddisfazioni!
      Lieta di sapere che arrivi armata di taccuino e penna per annotarti i miei consigli. Ci tengo a sottolineare che secondo me Elisabeth von Arnim starebbe un sacco simpatica anche a te!

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  4. Mi consigliano in tanti la saga dei Cazalet e devo dire che la terrò in considerazione per quando avrò più tempo. Invece sono contenta di aver trovato il tuo parere su Amanti e regine stavo riflettendo se prenderlo o no, con la paura che si sarebbe rivelato pensante ...e invece mi sa che lo metto tra le priorità: ho una passione per i reali d'altri tempi!

    Volevo farti sapere che ti ho nominata a questo award: http://dipendenzadashoujo.blogspot.it/2018/03/blogger-recognition-award.html ♥

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    1. Grazie mille Chiara, passo subito da te a vedere <3

      Sì, anche a me interessa ed affascina molto l'antica vita di corte, proprio per quello ogni tanto mi prende la voglia di leggere romanzi o saggi storici. Per me però è un genere in cui addentrarsi coi piedi di piombo, perché il rischio di ritrovarsi con un mattone troppo nozionistico e pesante c'è sempre. Te lo consiglio proprio spassionatamente questo saggio della Craveri, invece, è proprio ciò che fa al caso nostro :) se lo leggerai mi raccomando, fammi sapere cosa ne pensi!

      Sulla saga dei Cazalet non ho più nulla da aggiungere, per me è amore allo stato puro. Appena te la senti entra ad Home Place, diventerai subito di famiglia anche tu, ne sono certa.

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  5. Ho avuto le tue stesse impressioni leggendo Una rosa per Emily e Daisy Miller!
    "Adolescenza" penso sia stato il mio racconto preferito tra i tre di Faulkner. Ho Furore che mi aspetta, ma non so se ancora me la sento...

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    1. Ti capisco! Da una parte sarei corsa a comprare qualcos'altro di Faulkner, dall'altra penso sia più saggio aspettare il momento più giusto per me. Dei racconti credo di aver preferito quello di Zilphia, proprio perché l'ho trovato il più inquietante e grottesco.
      Per Henry James aspetto di leggere altro dell'autore, sperando mi comunichi qualcosa in più rispetto a "Daisy Miller"!

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