giovedì 12 novembre 2015

Vienna

Ad agosto sono stata a Vienna e mi sono letteralmente innamorata di questa città.
L'ho amata a primo impatto perché è luminosa: la maggior parte dei palazzi sono bianchi – ma bianchi davvero, non bianco diventato grigio per lo sporco! – con i balconi di ferro battuto nero e fiori colorati alle finestre. Roba che ti fermeresti a fotografare qualcosa ogni due passi. Mi guardavo intorno e le automobili che passavano erano d'epoca. Un sacco di verde praticamente in ogni dove. Ho amato la cordialità delle persone (tanto per dire, il controllore del treno che abbiamo preso dall'aeroporto verso il centro città ballava cantava e scherzava con tutti in cento lingue diverse, poi appena usciti dalla stazione, vedendoci con la cartina in mano, una signora si è avvicinata per chiederci se avevamo bisogno di aiuto e no, non voleva nulla in cambio!). Ho amato il fatto che per andare dall'aeroporto all'albergo ci abbiamo impiegato al massimo trenta minuti (quando siamo tornati in Italia, invece, ci son volute tipo tre ore o quasi). Poi, dopo aver iniziato a girarla un po', ho amato questa città perché è a misura d'uomo – ci siamo spostati quasi sempre a piedi – e al tempo stesso è una grande capitale e ha tanto da offrire a chi ci passa o chi ci vive. Ho amato le illuminazioni, studiate ad arte per creare degli effetti magici, suggestivi, indimenticabili – la più bella di tutte credo sia quella della Cattedrale di Santo Stefano, capolavoro gotico che di notte sembra emergere dal cielo nero direttamente da un racconto di Edgar Allan Poe. Infine, ho amato tutte le meraviglie che ho visto e scoperto, assieme al mio compagno di viaggio, in quei cinque giorni.

I castelli: la Hofburg in centro e Schönbrunn fuori città (che non è solo un castello: ci sono giardini infiniti, serre con piante esotiche, uno zoo, boschi, musei… dico solo che per visitarlo tutto abbiamo camminato di corsa dalle 11 del mattino alle 18, orario di chiusura, senza fermarci neanche per pranzare!) e vedere gli appartamenti e gli oggetti della principessa Sissi, per me che da piccola ero fissata con questa controversa figura storica a causa del film, è stato davvero emozionante. E poi la casa di Mozart, il Museo della Musica, lo Schloss Belvedere con una collezione artistica da restarci secchi, primi tra tutti i lavori di Klimt e Schiele. I parchi, il centro storico che probabilmente è la zona più bella di tutte.

Forse ci sto pensando, oggi, perché sarebbe davvero bello poter fare le valigie e andare da qualche parte a fare un'altra scorta di bellezza. Quando ancora dovevamo decidere la meta ho fatto ricerche su ricerche, stilando una lista delle città che mi sarebbe piaciuto visitare. E' lunga, bisogna dirlo, soprattutto considerando che è limitata all'Europa. E non mi è piaciuto solo il viaggio in sé, ma anche organizzarlo, studiare la guida che avevo comprato, organizzare le giornate così da vedere e fare il più possibile. Diciamo che è stata la prima volta che ho avuto la possibilità di organizzare tutto da me e credo di essermela cavata piuttosto bene. I cinque giorni a Vienna – un posto completamente nuovo – mi hanno ricordato perché mi è sempre piaciuto viaggiare e perché quand'ero ragazzina pensavo e dicevo che da grande avrei viaggiato tantissimo: ci si arricchisce. Ti senti vivo, pieno di entusiasmo e voglia di fare. Non ti passa per la testa di startene in albergo a poltrire, non importa quanto sei stanco o quanto male ti fanno i piedi: c'è tanto da vedere là fuori e non c'è tempo da perdere.

Nella mia vita di tutti i giorni è questo che mi capita – purtroppo – di pensare: che il tempo mi scivoli via di mano e che non sto facendo nulla di prezioso e che questo è lo spreco più grande dell'universo. Quando dormo per ore solo perché non ho voglia di alzarmi, quando poltrisco sul divano, o anche quando giornate intere le passo a studiare o fare le faccende domestiche o cose necessarie ma noiose. Sarebbe pazzesco poter vivere viaggiando, e so che non è affatto impossibile ma so anche che è piuttosto difficile e che la vita "normale" non può consistere solo nel godersela.

Però è così breve.

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