venerdì 27 novembre 2015

Spectator #3: Fresh Off The Boat

Era da tempo che avevo intenzione di fare un minimo di pubblicità ad un altro telefilm che ho adorato sin dalla prima puntata, e che credo in Italia sia ancora poco conosciuto: sto parlando di Fresh Off The Boat, una sit-com basata sul libro dal titolo omonimo di Eddie Huang.

La prima stagione andava in onda su Fox Life, su Sky, e continuavano a mandarne la pubblicità in cui già si intravedevano altissimi momenti di comicità. Alla fine io ed il mio ragazzo non abbiamo più saputo resistere alla curiosità e, nonostante le altre mille serie già in corso o in attesa, ci siamo arresi a cominciare anche questa. Fortuna che gli episodi durano un ventina di minuti e si vedono in un baleno, perché un episodio tira l'altro ed in men che non si dica si è già conclusa la prima stagione.

Ma di cosa parla Fresh Off The Boat?
I protagonisti sono una famiglia cinese trapiantata in America e di conseguenza molto americanizzati, al punto che un intero episodio ruota attorno alla domanda:
«Are we chinese enough?»
E cioè: siamo cinesi abbastanza? Gli Huang, che vivevano a Washington DC, nel 1995 si trasferiscono nella ben più tranquilla Orlando perché il padre, Louis, ha deciso di realizzare il suo sogno, e cioè aprire una steak-house in perfetto stile americano. Questo trasferimento costringerà tutti i membri della famiglia ad adattarsi ad un nuovo contesto, fare nuove amicizie e cercare d'integrarsi.




La famiglia Huang, oltre che da Louis – un uomo dal sorriso contagioso e di perenne buonumore – è composta dalla moglie Jessica, una donna combattiva come poche, decisa a dare ai figli la stessa etica del lavoro che ha ricevuto lei sin da piccola. Attenta al risparmio fino all'ultimo centesimo, con una visione un po' sua del mondo e delle cose; trova una buona amica nella vicina di casa Honey, una bionda magra e perfetta, con la fissa per il jogging, che ha rubato il marito ad un'altra ed vive ora con quest'uomo più grande di lei e la figlia adolescente.
Louis & Jessica sono una coppia fantastica, più che affiatata; sono una squadra e non smettono mai di agire e comportarsi come tale. Il loro modo di battere il cinque dopo una battuta caustica è destinato a diventare un cult.





Poi ci sono i loro tre figli: Emery e Evan, rispettivamente il figlio di mezzo ed il più piccolo che sono una coppia inseparabile. Fatto tutto insieme, si trattano vicendevolmente col rispetto e l'educazione di due gentlemen navigati. Sono il ritratto – quasi inquietante – della definizione bravi bambini. Ubbidiscono alla madre prima ancora che lei glielo chieda, ma oltre ad essere estremamente diligenti e rispettosi sono anche molto astuti ed intelligenti. Tra Emery che è un vero rubacuori ed Evan che si piega in due dalle risate quando meno te l'aspetti, costituiscono gran parte della comicità della serie.



E poi c'è lui, il cuore della storia, la voce narrante che ci accompagna nella temperie culturale degli anni Novanta: Eddie Huang. Eddie è alle medie e sta quindi vivendo quella terribile e decisiva fase in cui non sei più un bambino ma nonostante gli sforzi per sentirti grande, non lo sei ancora. Una fase in cui la tempesta ormonale è in agguato, le cotte all'ordine del giorno, il successo col sesso opposto il metro con cui misurare l'autostima e l'approvazione dei coetanei qualcosa per cui lavorare sodo. Eddie attraversa queste difficoltà a suon di musica rap ed hip hop e la serie sarebbe da guardare già solo per le assurde riscoperte musicali che ci propone. 
Eddie, che veste con maglie larghe il doppio di lui e che non ha lo stesso interesse dei fratelli per la scuola, si sente spesso troppo diverso dalla sua famiglia, all'interno della quale si sente soffocare dalle regole dei genitori e ha ben poco in comune coi fratelli minori. Nonostante questo, ogni volta che si trova in difficoltà Louis e Jessica non esitano ad aiutarlo e prendere le sue difese contro tutti, ed in quei momenti Eddie capisce che non è poi visto completamente come la pecora nera che crede di essere; impara ad apprezzare tramite questi episodi gli insegnamenti ricevuti che al momento sembravano troppo duri e tra le pene d'amore e le altre sofferenze che solo crescere può dare, Eddie supera incolume il primo anno delle medie.

Ultima, ma non ultima, abbiamo la nonna, conosciuta solo come grandma. E' un'anziana donna cinese, che si esprime solo in cinese. Parla poco, e spesso dice le sue battute quando nessun altro la sente. Le sue occupazioni son ben poche, ad esempio guardare la tv, compiere riti scaramantici, far partire lo stereo quando Eddie ha bisogno di un ingresso trionfale per comunicare una notizia importante.
Non ha mai imparato ad andare perfettamente d'accordo con la nuora, tuttavia non litigano mai né si criticano apertamente; semplicemente i loro rapporti son molto scarsi, pur vivendo nella stessa casa. Il piccolo Evan è il suo assistente personale, quante volte lo vediamo trascinarsi dietro la borsa della nonna, dieci volte più pesante di lui.
Nonostante la sua mancanza di parlantina, che non si pensi che la nonna sia un personaggio secondario: è sempre dietro l'angolo sulla sua sedia a rotelle, vede e sente tutto e si rende artefice di non poche imprevedibili bricconate.



Attorno a loro ruotano poi altri personaggi, soprattutto il personale del Cattleman's Ranch, la steak-house di Louis, i vicini di casa, e gli amici di Eddie – tutti un po' sfigatelli, tutti che tentano di rendersi più cool di quanto potranno mai essere. 

Che dire, tutti gli amanti delle belle sit-com dovrebbero apprezzare questa serie innovativa e vivace, ma non solo: anche i nostalgici degli anni '90, come me che ci sono pienamente cresciuta, avranno il piacere di rituffarsi nelle mode e nella cultura di allora. Gli Huang offrono un ritratto nuovo della famiglia cinese, ancorata ad etiche e stili di vita tradizionali ma ormai del tutto contaminata dalla cultura occidentale in quanto a gusti e preferenze. Con Fresh Off The Boat si ride e si ride tanto, ci si ricorda cosa vuol dire avere dodici o tredici anni, si ascolta musica talvolta buona e talvolta improbabile, ci si affeziona ai personaggi, si apprezzano le loro lezioni di vita e, soprattutto, si fa il tifo per Eddie.

Vi lascio con il trailer, cliccate qui per capire ancora meglio perché ho adorato questa serie.

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