giovedì 13 luglio 2017

Qualche riga fuori contesto

Ormai lo sapete, qualche volta utilizzo il blog anche come fosse un diario, per parlare con voi di
ciò che accade nella mia vita o di qualche pensiero in particolare che mi ha riempito la testa, anche se esula dargli argomenti che sono solita trattare e che so interessano maggiormente chi mi segue. Ma spero qualcuno abbia voglia di leggere ciò che scrivo anche se non parlo di libri o cultura.
Se i nuovi post son stati pochi ultimamente dipende in parte dall'essermi arenata con la lettura della biografia di Anna Bolena, che in effetti credo non riuscirò a terminare anche se ormai mancava poco, perché la voglia di leggere ce l'ho ma nel corso della giornata o della serata non mi viene proprio voglia di prendere in mano questo libro ed è un peccato perché ce ne sono tanti altri in attesa che di sicuro mi entusiasmeranno di più. L'altro motivo è che in realtà da qualche giorno mi sono rimessa a scrivere su carta, niente di più del racconto della mia quotidianità o di ciò che mi capita di pensare, ma sto cercando di riprendere la buona abitudine di scrivere sempre - un'abitudine persa e riacquisita in continuazione, fin da quando ero bambina.
Se vi ricordate tempo fa vi ho accennato qualcosa sul mio infortunio, sull'intervento che ho dovuto subire per riaggiustare un paio di ossa rotte e - più in generale - sulla fase di stallo in cui ormai da anni mi ero inceppata. Al momento sono ancora piuttosto impegnata con la fisioterapia tre volte alla settimana, nei giorni liberi devo comunque fare una serie di esercizi di riabilitazione per la gamba, ma ammetto di essere piuttosto pigra - a mia discolpa, il caldo non mi aiuta per niente - e di farne meno del dovuto; però pian piano le cose migliorano: quanto meno adesso mi muovo con le stampelle (già, perché per un paio di mesi son stata proprio in stato vegetale senza riuscire proprio ad alzarmi). Come potrete immaginare, ho avuto davvero molto tempo. Tempo che in qualche modo mi è sembrato scorrere veloce nonostante la mia routine fosse sempre uguale - spesso per me molto pesante, faticosa, dolorosa - ma stare fermi costringe a pensare ancor più di quanto si faccia di solito.
Sinceramente, ero convinta che tutto questo periodo così difficile non mi stesse dando proprio niente di buono. Pensavo a tutte quelle persone che quando si trovano ad affrontare malattie o periodi di disagio fisico iniziano a sentire la voglia di fare un sacco di cose che avevano continuato a rimandare, non appena si saranno rimesse. O di cambiare aspetti della propria vita che non avevano il coraggio di affrontare. Insomma avete capito cosa intendo, quel genere di storie in cui da una brutta situazione sembra uscire del buono, una sorta di piccola o grande rivoluzione da mettere in pratica non appena il peggio è passato. Ecco, tutto bellissimo, ma a me non stava accadendo nulla del genere e già pensavo fosse tutta retorica. Cose che si dicono che però mica accadono a tutti, non così spesso.
Invece no.
Ho passato un paio di giorni a piangere fino a non avere più liquidi in corpo, uno sfogo totale perché io non sono né una persona che si arrabbia né un granché a sfogarmi parlando con qualcuno, perciò accumulo accumulo accumulo e poi piango. Di solito serve solo ad allentare la mia tensione, a buttar fuori il malessere che in quel momento sto provando, tutto qui. Non c'è quasi mai un seguito costruttivo nel vero senso della parola, qualcosa di concreto. Stavolta, al contrario, qualcosa è successo.
Da che non avevo la minima direzione, ora - all'improvviso - ho dei progetti. Progetti veri, non campati in aria come tutti quelli che ho fatto dalla fine del liceo in poi. Progetti grandi, che comunque vadano sconvolgeranno il mio modo di vivere e di affrontare le cose. Progetti che mi fanno sentire esaltata ed al contempo mi spaventano a morte, e proprio questo mix di sentimenti mi fa capire che è una strada giusta da percorrere. Sono progetti che implicano un trasferimento, non a due passi da dove sto ora, perciò ci vorrà del tempo prima che accada e, dovendo anche aspettare di rimettermi completamente, non so proprio immaginare quando sarà il momento giusto. Non ho dubbi che più avanti ve ne parlerò più nel dettaglio, ma per ora è una cosa che ho bisogno di tenere ancora per me.
E non è tutto qui.
Ho anche cominciato a raccogliere materiale per scrivere una storia. Una storia importante, una storia vera, una storia densa ed è qualcosa in cui credo ciecamente ed io non credevo davvero in qualcosa di mio da quando avevo sedici anni. Dieci anni fa. Ed è bello credere in qualcosa, credere in qualcosa che si sta facendo: basta questo a dare del senso a tutto, basta questo a farmi di nuovo sentire quasi una persona vera.
Lo so, lo so, vi ho detto tutto e niente. A tempo debito parlerò meglio di tutto, per adesso mi basta questo e spero basti anche a voi. Volevo rendervi partecipi di questo strano, inaspettato, bizzarro, benaccetto, improvviso cambiamento di rotta perché metterlo nero su bianco - e sapere che qualcun altro lo leggerà - aiuta anche me a crederci di più. Più il tempo passava, più mi sembrava che non sarei mai più uscita del tutto dallo stallo in cui ero finita, ma è proprio vero: everything is temporary, tutto è temporaneo, tutto passa.

Buonanotte,
Julia

10 commenti:

  1. Ciao Julia! E' bello leggere qualcosa di più personale ogni tanto ma soprattutto mi fa piacere 'leggerti' così propositiva e con nuovi progetti in ballo. Mi rivedo moltissimo nelle tue parole e - anche se sembra una frase fatta - riesco a capire perfettamente come ti senti. Dopo il liceo ho completamente perso la bussola. Mi ero iscritta all'università perché con la maturità scientifica cosa ci fai e tutti lo facevano quindi sembrava la cosa più naturale da fare. Il punto è che l'ho fatto senza rifletterci troppo o almeno senza chiedermi se fosse veramente quello che volevo fare o se semplicemente era quello che pensavo gli altri si aspettassero da me (ha senso? Chissà. Era comunque tutto nella mia testa). Aggiungici pure il fatto che anche a me non piace parlare o sfogarmi con qualcuno, preferisco scrivere e piangere fino allo sfinimento, un comportamento molto maturo mi rendo conto, quindi la mia situazione era in stallo totale. Appena all'inizio di quest'anno - alla veneranda età di 25 anni - ho deciso di trasferirmi dall'altra parte del mondo, ricominciare a studiare qualcosa di nuovo, in un ambiente nuovo in una lingua che non è la mia.
    Tutto questo panegirico di parole per dire che sì, è normale non sapere cosa fare. Ma secondo me c'è una piccola parte dentro di noi che sa in che direzione andare, abbiamo solo paura di ascoltarla e poi ammetterlo a voce alta.
    Scusa per il poema immenso, in bocca al lupo per i tuoi progetti futuri e rimettiti presto :)

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    1. Ciao Viola! Non hai proprio nulla di cui scusarti, anzi, mi fa piacere trovare un commento così denso e condividere le nostre esperienze anche di vita, ogni tanto, oltre che di lettura. Inutile dire che sarei stra-curiosa di sapere dov'è che vivi adesso, cosa studi e se questa si è rivelata la scelta giusta. Però capisco che sono fatti tuoi ^^" intanto posso dirti che hai tutta la mia stima per aver avuto il coraggio di fare questo salto e spero che, visto che abbiamo la stessa età, tu abbia finalmente trovato la tua "dimensione". Cosa che spero di fare anche io, concretizzando quelli che per ora sono appunto solo progetti.
      Grazie mille per l'appoggio!

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  2. Ciao! Mi fa piacere sapere che tu ti stia rimettendo. Non sembra, ma spesso l'immobilità forzata finisce con l'essere utile. Ti faccio un grande in bocca al lupo per tutti i tuoi progetti e sono felice di sentirti più positiva!

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  3. Ciao, mi sono ritrovata al 100% nelle tue parole.
    Anche se per motivi diversi, anch'io ho passato (e passo ancora) dei periodi simili ai tuoi. L'immobilità forzata, lo sfinimento e tutto il resto possono farti soccombere o darti modo di ripartire da zero. Non è mai facile, ma con la determinazione tutto passa e i progetti si concretizzano.
    Ti auguro buona fortuna :)

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    1. Grazie Ari! So che anche tu hai molti progetti e lavori in ballo, leggendo i tuoi post al riguardo mi sono sentita un po' sulla tua stessa lunghezza d'onda. E' bello sentirsi in grado di costruire qualcosa, vero?

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  4. Cara Julia... sebbene abbia qualche centinaio d'anni più di te, credo di capirti bene e anzi credo di star passando un (lungo) periodo come quello che hai appena trascorso.
    Spero anch'io di arrivare a una soluzione (= progetti).
    Ti auguro tutto il bene possibile dal profondo del cuore e attendo, quando vorrai, di saperne di più sui tuoi progetti che, sono certo, saranno degni di nota!
    A presto.

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    1. Spero tanto sia fondati e che vadano in porto, presto o tardi! Sarebbe anche interessante scriverne qui sul blog, staremo a vedere.
      Se ne sto uscendo io da un periodo simile, durato talmente tanto che poteva davvero non smuoversi nulla, sono convinta che possano riuscirci tutti, tanto più una persona in gamba come te :) perciò mi raccomando, non abbatterti, e se le cose non si smuovono da sole trova tu il modo di di cambiare qualcosa! Basta un primo piccolo passo a volte. Ti auguro il meglio!

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  5. Ciao Julia! Che dire, già nel precedente post ho detto che ti capivo e continuo a capirti. Ma sono contenta che tu sia riuscita a trovare del buono in un momento difficile, a maggior ragione perchè si sente che sei più determinata:) Io credo che avere progetti propri da perseguire sia importantissimo. Se abbandonati alla routine, noi esseri umani moriamo: questo è alienante, a mio parere, l'impressione di essere arrivati, che dopo non ci sia più nulla se non anni di sacrifici, fatica e mediocrità.
    Ecco, se non si capisce ora sono io a lottare contro l'abbattimentoxD
    Come te, però, lo faccio coi sogni; col sogno di scrivere qualcosa, come te. La scrittura e la lettura salvano, io ci credo davvero. Speriamo valga anche per noixD

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    1. Già! xD Lo credo anche io, cara Virginia, più in generale credo sia la passione a salvare noi poveri esseri umani... Una persona senza una passione è come dici tu, una creatura alienata che vive un giorno dopo l'altro come fossero tutti uguali. Avere qualcosa che ci anima, ancor di più avere un obiettivo da raggiungere è ciò che - più di tutto - ci fa sentire vivi e ci spinge a non restare fermi nello stesso punto. Spero proprio di non tornare sui miei passi, come troppe volte credo di aver fatto.
      Mi raccomando, continua a lottare, contro l'abbattimento! Finché è così va bene, i momenti di crisi ci vogliono e possono anche far bene; il brutto è quando ci si arrende ad esso, ma io so che tu non ti lascerai andare ;)

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