martedì 20 giugno 2017

Mansfield Park, Jane Austen



(...) tu sembri aver paura di ricevere attenzioni ed elogi con la stessa intensità con cui le altre donne, invece, temono di venir trascurate.






Mansfield Park è un perfetto microcosmo. E' la residenza della famiglia Bertram ed è anche lo spazio in cui si svolge la gran parte del romanzo, iniziato da Jane Austen nel 1812 e pubblicato nel 1814. La protagonista è Fanny Price, nipote dei Bertram, che viene accolta a Mansfield Park quand'è ancora una bambina: la sua famiglia è molto numerosa, ma Mr Price non ha granché da offrire a tutti i figlioli  che ha messo al mondo; gli zii Bertram, di ben più elevato rango sociale, si offrono di aiutare i nipoti come possono, ad esempio avviando il maschio più grande alla carriera in marina ed accogliendo Fanny in pianta stabile entro la loro dimora. Come potrete ben immaginare, all'inizio è tutto molto difficile per Fanny, che soffre il distacco dall'unica casa che sino a quel momento aveva conosciuto e soffre per la mancanza del fratello maggiore, William, col quale sentiva un legame speciale. Come se non bastasse, gli anni della sua adolescenza a Mansfield Park non sono una passeggiata: i componenti della famiglia ci tengono a non farle dimenticare mai le sue umili origini affinché Fanny non pensi di potersi mettere sullo stesso piano delle sue cugine, Julia e Maria, due signorine molto graziose, eleganti, dotate di ogni talento acquisito - prive, però di un più profondo spessore umano.
Ciò che consente a Fanny di sopportare tale situazione senza risentirne troppo è la natura del suo carattere, fin troppo umile, serio, virtuoso. Inoltre riceve un grande conforto dal secondogenito dei Bertram, il cugino Edmund, che in un certo senso colma l'assenza del fratello William, diventando per Fanny un fidato consigliere, una fonte di sicurezza in mezzo a tante persone con cui non può permettersi confidenze, un protettore in ogni situazione spiacevole.

Il Park viene animato anche da altri caratteri, in particolare i fratelli Henry e Mary Crawford, che di fatto movimentano la trama e scompigliano le vite sia di Fanny che di Edmund. Ed è proprio il contrasto tra questi quattro personaggi ad essere interessante: Fanny ed Edmund sono i giusti, se vogliamo, incarnano la virtù e condividono i medesimi alti valori; Henry e Mary, al contrario, sono molto più vivaci, liberi, politicamente scorretti - diremmo noi oggi. I rapporti che si instaurano tra loro sono intricati, da leggersi a più livelli e contribuiscono a delineare meglio la personalità di ognuno.
Chi però come me è già un affezionato della Austen non potrà non notare una particolarità: in Mansfield Park la protagonista non ha nulla delle tipiche eroine austeniane, al contrario è proprio la controparte di Fanny - ovvero Mary Crawford - ad avere quello spirito allegro, vivace, esuberante accompagnato da una lingua tagliente che i lettori della Austen son soliti riconoscere nelle protagoniste dei suoi romanzi. Ancora più strano, è che il personaggio di Mary viene palesemente condannato nel corso della storia, dal momento che il lettore viene naturalmente portato a schierarsi dalla parte di Fanny, che non ha mai provato grande simpatia per l'amica e non manca mai di condannarne tra sé e sé i modi ed i pensieri.

La prima parte del romanzo ha un andamento lento, è tutta volta ad introdurci nella routine di Mansfield Park, a farci familiarizzare a fondo con tutti i suoi abitanti ed abituali frequentatori; poi, oltrepassata la metà, tutto si fa movimentato, tra corteggiamenti, matrimoni, viaggi, piccoli o grandi sconvolgimenti della tranquillità domestica, persino delle fughe; sono rimasta incollata alle pagine, troppo curiosa di scoprire che piega avrebbero preso gli eventi. Purtroppo dopo quasi seicento pagine ho trovato il finale troppo frettoloso e prevedibile, ancor di più dopo aver assistito ad un colpo di scena che mi aveva soddisfatta pienamente, facendomi pensare che zia Jane non è mai banale. Devo ammettere che la conclusione del destino di Fanny mi ha un po' delusa, anche se forse era proprio così che doveva andare e non poteva essere altrimenti.

Pare che Mansfield Park sia il romanzo meno amato dai fan della scrittrice inglese e quello maggiormente preso ad esempio dai suoi detrattori per sostenere le loro tesi; in questo caso non faccio differenza: tra tutti i libri di Jane Austen che ho letto - ovvero quasi tutti, mi manca solo Persuasione - Mansfield Park si classifica all'ultimo posto. Ciò non significa che non mi sia piaciuto, affatto: anche qui ho trovato tutto ciò che amo della penna della Austen, una scrittrice che non posso non considerare tra le mie preferite. La sua capacità di definire in maniera tanto accurata le personalità dei suoi personaggi e di dipingere sin nei minimi dettagli il contesto in cui si muovono. Persino i suoi caratteristici personaggi-macchietta, quelli insopportabili che la Austen non ci risparmia mai - in questo caso le zie e la madre di Fanny - hanno una cifra caratteristica inconfondibile. In Mansfield Park c'è anche tanta carne al fuoco, oltre alle vicende personali e sentimentali dei personaggi. Una parte importante è il dibattito sul sacerdozio, che in senso più ampio diventa una riflessione sul concetto di professione - professione come definizione di sé, un argomento che trovo attualissimo (volendo, il dibattito potrebbe arrivare alla situazione che vive oggi chiunque abbia tra i 20 ed i 30 e passa anni, su come l'incertezza di un presente ed un futuro professionale porti anche ad una maggior difficoltà ad identificarsi e definirsi come individui all'interno della società).
Oltre ai contenuti, Jane Austen scrive semplicemente benissimo e sa intrattenermi anche quando interi capitoli ruotano attorno ad un unico argomento di dubbia importanza.

In definitiva, vi consiglio Mansfield Park? No, se non avete mai letto nulla di Jane Austen. Innamoratevi prima di Elizabeth Bennet e Mr Darcy in Orgoglio e Pregiudizio, oppure lasciatevi trasportare dai tumulti di Elinor e Marianne in Ragione e Sentimento (che in molti hanno trovato noioso, ma io l'ho amato tanto). Se invece sapete già di amare la prosa di zia Jane, Mansfield Park non può proprio mancare dai vostri scaffali.

16 commenti:

  1. Come al solito voglio fare quella diversa e Mansfield Park è il mio romanzo preferito della AustenxD L'ho sempre amato e alle riletture non ha mai perso nulla, anzi, a una preferenza "istintiva" ne è subentrata una più ragionata. Mi ha sempre affascinata, fin dalle prime pagine. In Mary ho sempre visto una Elizabeth priva di limiti e "moralità": come avrebbe potuto essere Lizzy se alla personalità brillante e spigliata non avesse accompagnato anche un buon cuore. Edmund lo odio: noioso, moralista; Fanny mi affascina nella sua testardaggine nonostante la sua mitezza, mentre Henry... Mi piaceva da più piccola, l'ho condannato completamente nelle recenti riletture.
    In ogni caso, concordo con te: non è il caso di conoscere la Austen proprio con questo titolo.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Beh anche quando un romanzo è oggettivamente di ottimo livello - come secondo me son sempre quelli della Austen - entrano molto in ballo i gusti personali... ad esempio io ho amato tantissimo Ragione e Sentimento", che invece mi sembra essere snobbato dalla maggior parte della gente. Mansfield Park alla fine mi è piaciuto molto, come dimostra anche il fatto che ci ho messo davvero poco a leggerlo nonostante le quasi 600 pagine. Che dire dei personaggi... alla fine la maggior parte di loro non ha suscitato emozioni troppo forti in me, né in positivo né in negativo; l'eccezione è proprio Mary Crawford che, in ogni caso, spicca in mezzo a tutti gli altri.
      Grazie per aver lasciato la tua opinione!

      Elimina
  2. Non l'ho letto e mi ripropongo di colmare la lacuna.
    Credo che sia esattamente come nella tua descrizione: a prescindere dalla trama e i caratteri, che non ricalcano l'immaginario più noto della Austen, vale pur sempre leggerla per il suo stile, per la scrittura squisita che non le difetta mai.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. E poi è anche bello scoprire un lato inedito di un'autrice che si ama :) sarò curiosa di sapere cosa ne penserai tu, quando lo leggerai!

      Elimina
  3. Invece per me Mansfield Park è il migliore di Jane Austen, l'ho letto, riletto e adorato.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Questione di gusti, del tipo di sensibilità che distingue ognuno di noi... come già detto più sopra, il mio preferito è Ragione e Sentimento che in molti trovano terribilmente noioso :)

      Elimina
  4. Purtroppo è uno dei pochi della Austen che ancora mi mancano, ma farò del mio meglio per rimediare al più presto. Penso che la Austen meriti sempre di essere letta, pur nei suoi alti e bassi, perché è un'autrice acuta e intelligente e il suo stile è incomparabile.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Esatto, sono d'accordo! Non sopporto proprio quando viene sottovalutata, è vero che si occupa di spazi circoscritti ma riesce, in quello spazio, a far vivere i suoi personaggi ed a suscitare comunque un sacco di riflessioni nel lettore. Aspetto di leggere la tua opinione, quando lo leggerai! :)

      Elimina
  5. L'unico che mi manca, insieme a Persuasione. Fino ad ora quello che mi è piaciuto meno è stato Emma, lo dico con grande dispiacere. Il vero problema ormai con la Austen è trovare una traduzione decente, forse anche questo per me ha influito, avendo letto Emma nelle edizioni Newton Compton. Con questa della Mondadori ti sei trovata bene?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ciao Penny, bentornata da queste parti! :)
      Mi dispiace avere questo pregiudizio ormai, ma io di Newton Compton ho dato via il poco che avevo - ho ancora giusto qualche volumetto della collana a 0.99 cent - e non ne ho più comprati: ho letto in una loro edizione Il Maestro e Margherita e temo che il fatto che non mi sia piaciuto per niente - e che non ne ricordi assolutamente nulla! - sia da attribuire proprio all'edizione... anche perché stavo avendo lo stesso problema con un altro classico edito da loro, e mi sono fermata all'inizio prima di rovinarmi un altro titolo. Quindi sì, ti consiglio se non altro di leggere un'altra edizione di Emma, poi può anche darsi che non ti piaccia lo stesso XD
      Comunque i romanzi della Austen li ho tutti in edizione Oscar Mondadori e mi son sempre trovata bene! Altrimenti anche le traduzioni dell'Einaudi di solito sono ottime :)

      Elimina
    2. Anche io mi affidavo alle Einaudi, ma ho notato che da qualche anno a questa parte hanno un po' rincarato il prezzo dei tascabili. Riproverò con Emma nell'edizione Mondadori, promesso :)

      P.S. Mi spiace essere sparita da un po' di tempo a questa parte, ma ho a malapena avuto la testa per aggiornare il mio di blog. Sarò più presente, giuro!

      Elimina
    3. Tranquilla, a me per prima capita di sparire di tanto in tanto! Mi fa solo molto piacere ritrovarti! :)

      Elimina
  6. Sono d'accordo con te nel dire che "Mansfield park" non è il romanzo con cui conoscere Jane Austen. Devo dire però che non ho amato la protagonista, che pure vuole incarnare tutte le buone qualità che l'autrice reputava indispensabili. Ho invece adorato Miss Crawford per la sua furbizia, sagacia, e anche per il suo essere senza troppi scrupoli.
    Fanny insegna la perseveranza, l'umiltà, e il non andare contro i propri desideri per accontentare la società. Tutto giustissimo, ma alla fine si accontenta di un matrimonio senza passione, senza amore. Viene scelta da Edmund solo dopo che questi si è reso conto di quanto sia sbagliata per lui Miss Crawford, e non per vero amore. Fanny si accontenta di essere un ripiego.
    Si può dire che le va anche bene, perché quello è ciò cui una donna poteva anelare all'epoca. Stare con l'uomo che ama, ma con dei compromessi. Tuttavia questo è il motivo per cui ho adorato l'antagonista femminile: quando la Crawford desidera qualcosa fa di tutto per averlo, e dato che vive in un mondo dove ciò che può ottenere è ben poco, fa bene!
    Insomma, questa sì che è un'idea poco popolare. Sino ad ora non ho conosciuto nessuno che apprezzi le 'qualità' di Miss Crawford xD

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Personalmente non ho capito se le apprezzo o meno, però è stata il personaggio che ho trovato più vivo, vivace, interessante... come dicevo nel post, il tipo di donna che mi è sempre piaciuta tanto nei romanzi della Austen. Il motivo per cui ho apprezzato poco il finale hanno a che fare con ciò che riporti tu... non so se definire la scelta di Edmund un vero ripiego, l'ho visto più come una scoperta, un lento ripensamento però boh... mi ha lasciata comunque insoddisfatta XD troppo banale, troppo "finisce bene quel che finisce bene". Avrei addirittura quasi preferito un finale aperto, un finale in cui Fanny è ancora da sola ma essendo giovane il lettore può ben immaginare che più tardi troverà qualcuno. Però va bene dai, se zia Jane ha deciso così mi piego umilmente al suo volere XD

      Elimina
  7. Ciao Julia, anche tu pazzamente innamorata della Austen? Ho tutta la bibliografia, persino l'ultimo romanzo incompiuto. Narratrice dallo stile impeccabile e ironico. Mi ha fatto piacere riscoprire Mansfield Park dalla tua penna;)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ciao Rosalia, ti ringrazio! Sì, sono pazzamente innamorata della Austen, lo ammetto. Il primo classico che ho letto è stato Orgoglio e pregiudizio durante l'estate dei miei tredici anni e da allora per me la sua penna è stata una sicurezza, un porto sicuro. Se non ho ancora terminato di leggere la sua intera produzione, è proprio perché so che poi non ne avrò altri da scoprire, e questo un po' mi rattrista...
      Alla prossima!

      Elimina

Anna Karénina, Lev Tolstòj

Anna Karénina , Lev Tolstòj, Russia 1875-77 – ma anche qualsiasi altro luogo e tempo dacché esistono l’uomo e la donna. Il commento al rom...